quinta-feira, 11 de dezembro de 2014

"Il Santo Rosario e i Santi" - P. Stefano Maria Manelli


Maria Regina e Madre di Misericordia

 

 

Ave Maria!

Il Beato Bonaventura da Potenza, qualche giorno prima di morire nel convento di S. Francesco a Ravello, ultima dimora della sua vita, avendogli il medico fatto capire che non c'era più alcuna speranza di guarigione, lo ringraziò e ringraziò Dio di tale prezioso guadagno per la sua anima. Ricevuti gli ultimi Sacramenti, cominciò a cantare le lodi della Vergine del suo cuore e quelle del suo Dio. Volgeva continuamente lo sguardo a una immagine della Madonna, che stava di fronte al suo lettuccio poverello e Le lanciava sospiri e parole d'amore tenerissimo. Poco prima di spirare, la sua Madre dolcissima venne a visitarlo: egli era in dolce estasi d'amore e sussurrò soavemente l'eterno canto d'amore: "Ave Maria! Ave Maria! Ave Maria! Così la sua anima, accompagnata dalla "Tutta bella", se ne volò al suo Creatore. Era il crepuscolo del 26 ottobre 1711: in quel momento la campana della Cattedrale di Ravello suonava i rintocchi dell'"Angelus Domini".
(Da "I santi e la Madonna (7)" - P. Rosario Maria Daniello – Casa Mariana)

Un’Ave Maria

Del P. Pietro Charles, che tanto lavorò per diffondere tra la gioventù studiosa di Europa lo spirito missionario, si racconta questo mirabile fatto.Michiko Inukai, figlia di un uomo di Stato giapponese, alcuni anni or sono, incontrò per caso un'amica, la quale le rivolse a bruciapelo questa domanda: Che cosa vai cercando? Spinta da una forza misteriosa, la Michiko uscì in questa inattesa risposta: Sto in cerca di una religione universale. Alcuni mesi più tardi si convertiva al cattolicesimo, ricevendo il S. Battesimo. Venne a conoscenza degli scritti del P. Charles, e ne rimase talmente entusiasta, che scrisse al dotto missionario, chiedendo il permesso di tradurli in giapponese. Il pio religioso, nella lettera di risposta, pose anche una fotografia ritagliata da una vecchia rivista missionaria. In quella foto si vedeva una famiglia giapponese, tra cui una bimba seduta sulle ginocchia della mamma. "Non so il perché scriveva il P. Charles alla Michiko ma sono già venti anni che ogni giorno dico un'Ave Maria per quella bambina. Siete forse voi?" E la signorina Michiko gli rispose: "Si, sono proprio io!". Oggi la signorina Michiko fa parte della Crail, Associazione di laici missionari che lavorano intensamente a portare nel seno della famiglia il fermento cristiano.
(Da "Amor che veglia" - Barra - episodio riportato in "Nuovissimo mese mariano" - temi di predicazione –
P. Iannarone o.p., Padre Masiero o.p. - Edizioni domenicane italiane

Gesù per Maria

La devozione alla Madonna porta necessariamente a Gesù, anzi è il mezzo più sicuro e perfetto che porti a Dio. Ecco un episodio nella devozione di S. Gemma Galgani alla Madonna. "Un giorno Gemma si vede sulle braccia della Madre divina, in atto di riposare la testa sul cuore di Lei. La SS.ma Vergine le domanda: Gemma, non ami che me? E Gemma risponde: Oh no, prima di te amo un'altra persona. A queste parole la Madonna, stringendosela ancora più al cuore: Dimmi chi è. No, non te lo dico risponde Gemma, quasi scherzando con Colei che pareva a sua volta scherzare. Se tu fossi venutaier l'altro, di sera, l'avresti saputo soggiunse. Egli ti somiglia in tutto per bellezza, i suoi capelli hanno il colore dei tuoi. La SS.ma Vergine che pareva compiacersi di sentirselo ripetere, insisté ancora: Chi è? E Gemma rispose: È Gesù, il figlio tuo. Oh, l'amo tanto! A queste parole la Madonna nuovamente strinse a sé Gemma e disse: Oh, sì. Amalo pure, amalo tanto; ma ama lui solo. E la visione disparve".
(Da "Ma Mère" - Schryvers. Trovato in "Nuovissimo mese mariano" - P. Reginaldo o.p., P. Masiero o.p. - Edizioni domenicane italiane)

La mendicante con i rosari

Uno straordinario apostolo, il S. Curato d'Ars, si serviva del S. Rosario per attirare anime e far piovere su di esse grazie senza numero di conversioni anche prodigiose. Una volta fu invitato a predicare gli Esercizi Spirituali al popolo in una località nei pressi di Ars. Per prima cosa, egli chiese al Parroco se tra i fedeli ci fosse qualcuno disposto a pregare intensamente. Il Parroco gli indicò una povera mendicante, buona solo a dire Rosari. Il Santo Curato avvicinò subito la poveretta e la pregò di voler recitare continuamente Rosari per tutto il tempo delle prediche. La mendicante ubbidì, La Missione andò benissimo. Le conversioni si moltiplicavano, e il S. Curato attestava con gran giubilo: Non è opera mia, ma della Madonna invocata dalla mendicante con i Rosari.
(Da "Il Santo Rosario e i Santi" - P. Stefano Maria Manelli - Casa Mariana)

Il Rosario tra i prigionieri

Il Padre Sebastiano Dal Campo, Gesuita, fu condotto schiavo in Africa dai Mori. Nelle sue sofferenze attingeva la forza dal Rosario. Con quanta fede invocava la Regina del Cielo! La Madonna molto gradiva la preghiera del suo figlio prigioniero ed un giorno gli apparve per consolarlo, raccomandandogli d'interessarsi degli altri infelici prigionieri. Anche loro, disse, sono miei figli! Vorrei che ti adoperassi ad istruirli nella fede. Il Sacerdote rispose: Madre, conoscete che non vogliono saperne di Religione! Non scoraggiarti! Se tu insegnerai loro a pregarmi con il Rosario, a poco a poco diverranno pieghevoli. Io stessa ti porterò le corone. Oh, come piace in Paradiso questa preghiera! Dopo sì bella apparizione, Padre Sebastiano Dal Campo provò tanta gioia e forza, la quale crebbe quando la Madonna ritornò per consegnargli molte corone. L'apostolato della recita del Rosario cambiò il cuore degli schiavi. Il Sacerdote fu ricompensato dalla Madonna con molti favori, uno dei quali fu questo: venne preso dalle mani della Vergine e miracolosamente messo in libertà, ricondotto tra i suoi Confratelli.
(Da "Maria Regina e Madre di Misericordia" - Don Giuseppe Tomaselli)

Ha sfiorato con la mano il mio Rosario

Nella cittadina di Frascati, a 21 Km. da Roma, la Madonna ha voluto con un singolare prodigio, avvenuto il 23 febbraio 1949, dare segno della sua potenza e della sua materna misericordia. Il fatto prodigioso fu riferito da vari giornali e pubblicato con le attestazioni dei medici e degli altri testimoni oculari nel Bollettino mensile di Pompei.
Il P. Sante Celani, Cappellano dell'ospedale ove avvenne il prodigio di cui fu testimone oculare, così ce lo narra: "Adalgisa Di Domenico, è nata a Filettino (Roma) nell'anno 1908. Ammalata nell'ottobre del 1946 per suppurazione di iniezione con resipola alle gambe. Dopo qualche settimana le si manifestò un forte ascesso renale per cui fu ricoverata per osservazione all'ospedale di Frascati. In seguito a complicazioni fu trasportata al Policlinico, ove il Prof. Frugoni riscontrava acutissima setticemia. Il male si complicava e nel giugno una maligna forma di mastoidite ai due orecchi le faceva perdere la vista: rimase cieca per dieci giorni. Il due luglio 1947 di nuovo ricoverata all'ospedale di Frascati venne operata e le fu asportato un rene. Il 14 settembre 1948 un attacco di paralisi le immobilizzava gli arti inferiori e il braccio sinistro. Dalla mattina di detto giorno fino alla sera del 23 febbraio 1949 la paralizzata come testimoniano il medico curante Dott.ButtarelliMons. De Angelis parroco della Cattedrale, il Padre Scolopio Cappellano dell'Orfanatrofio Micara, la Madre Superiora delle Figlie della Carità non ha più potuto nutrirsi per via orale, perché lo stomaco rimetteva tutto con indicibili dolori dell'inferma, costretta perciò a nutrirsi mediante ipodermoclisi. Il ventre le si era gonfiato enormemente. Dal 14 settembre 1948 ha ricevuto quasi ogni giorno la SS. Eucarestia: è stato il suo Viatico per 5 lunghi mesi di atroci spasimi. Ogni giorno si pensava che dovesse essere l'ultimo. I medici l'avevano da tempo dichiarata fuori dalle possibilità della scienza. Nell'ultimo periodo della malattia la paralisi si estese alla faccia e alla bocca. Il 25 febbraio 1949 verso sera per Frascati si seppe che Adalgisa Di Domenico, la malata che tutti conoscevano, era improvvisamente guarita! Avvertito dalle Suore dell'Asilo mi recai immediatamente dalla miracolata. La trovammo seduta sul letto in quella cameretta al primo piano di Via Spada dove ogni mattina mi recavo dopo la S. Messa: stava bene. Ogni mattina quando mi allontanavo da quella casa, io pensavo di non ritornarvi se non per benedire la sua spoglia mortale. Invece la grazia la Madonna l'aveva concessa. La miracolata ci ha detto: "Erano le 16,30 circa, la mamma era appena uscita ed io mi accingevo a fare la novena alla Madonna di Pompei (era la seconda che facevo e mi trovavo al terzo giorno). Ad un tratto ho sentito un lieve fruscio, poi più distinto un rumore di vesti, mi sono voltata e lì ritta sulla porta la Madonna del Rosario di Pompei. Era tanto bella. Vestita di rosso, al collo aveva una scollatura in argento con un fermaglio nel mezzo. Portava la corona del rosario nella mano sinistra e un manto azzurro le scendeva dalle spalle. Mi disse: Alzati e cammina. Sii devota dei 15 sabati e recita ogni giorno 15 poste del S. Rosario. Dopo la Madonna si è ritirata. Mi sentii un forte brivido per le membra, mi accorsi che potevo muovermi, mi alzai da sola: stavo bene! Cercai di chiamare qualcuno dalla finestra, ma non riuscii a farmi sentire. La mamma aveva lasciato sul tavolo un pezzo di pane: lo mangiai con appetito. Quando venne mia sorella Irma mi credette impazzita a vedermi in piedi. Poco dopo venne mamma e tutta la gente del vicinato. La Madonna ha sfiorato con la mano la mia corona del Rosario, voglio custodirla in una piccola urna". La miracolata gode ora ottima salute, nonostante il grande afflusso di persone che sono andate a visitarla e l'hanno tenuta a parlare per ore e ore. Ogni mattina va ad ascoltare la S. Messa e a ricevere la S.Comumione nella vicina Cappella delle Suore della Carità".
(Da "Il Rosario e la nuova Pompei", periodico mensile. Maggio 1949 pp. 70-74

Il Rosario contro la tentazione

Padre Pio non ha tenuto il Santo Rosario a riposo. Al contrario, l'ha adoperato giorno e notte, in ogni sorta di lotte contro il nemico. Quando era giovane sacerdote, a S. Giovanni Rotondo, dormiva con i ragazzi del seminario, in un angolo del dormitorio, dietro una tendina. Una notte, uno dei ragazzi sentì un brutto rumore di ferri che si contorcevano e di gemiti soffocanti di P. Pio che supplicava: Madonna mia, aiutami! Al mattino il ragazzo andò al letto di P. Pio e vide i ferri della tendina tutti contorti. Al pomeriggio, durante la ricreazione, i ragazzi chiesero con insistenza a P. Pio il perché di quei ferri contorti e dei gemiti notturni. P. Pio alla fine li accontentò, per insegnare loro la necessità della preghiera e la forza del Rosario contro il nemico. Cosa era successo? Uno dei ragazzi, assalito da tentazione impura, aveva invocato P. Pio, suo Padre Spirituale. Padre Pio si era messo subito in aiuto, recitando il Rosario. Il nemico, vistosi battuto, scaricò la sua rabbia su P. Pio, assalendolo furiosamente.
La forza del Rosario!
(Da "Il Santo Rosario e i Santi" - P. Stefano Maria Manelli - Casa Mariana)

Guarigioni con il Rosario

Con il Rosario, S. Francesco Saverio non solo faceva catechesi e inculcava l'amore filiale alla Madonna, ma operava anche guarigioni e miracoli. La cosa, dapprima sorprendente e meravigliosa, divenne poi semplice e comune fra i cristiani. La Madonna era davvero vicina a questo suo grande figlio e confermava con i miracoli la sua dottrina e la sua vita. I fedeli si erano viavia abituati a chiedere in prestito a S. Francesco Saverio la sua corona del Rosario e la facevano passare da un malato all'altro, perché guarissero. A guarigioni avvenute, spesso il Rosario non ritornava più a S.FrancescoSaverio, perché si amava conservarlo per devozione e ricordo, con grande riconoscenza. A volte egli stesso era richiesto con insistenza per una visita a qualche ammalato. E, se gli era proprio impossibile, affidava il suo Rosario ad alcuni fanciulli, perché lo portassero all'infermo e glielo appoggiassero sopra. I ragazzi facevano così, e non era difficile che l'infermo guarisse! Per questo persino gli stessi pagani, per curare i loro infermi, si facevano prestare il Rosario di S.Francesco Saverio. E la Madonna, Madre universale, non mancava di far sentire la sua presenza di grazia, anche a quei figli ancora lontani. Specialmente ai novelli convertiti, S.Francesco Saverio raccomandava con premura la devozione del S. Rosario, assicurandoli che con questo mezzo stavano sotto la protezione della Madonna e non sarebbero mai andati perduti. Una volta uno di questi, un mercante, andò a salutare il Santo prima di imbarcarsi e gli chiese un piccolo ricordo da portare sempre con . Insistette molto e S.Francesco Saverio, per accontentarlo, si tolse dal collo la corona del Rosario e gliela diede dicendogli: Custoditela devotamente e voi non morirete in mare. Durante la traversata, infatti, una bufera spaventosa sfasciò la nave. Tutti perirono. Solo quel mercante, perduta la conoscenza si vide in compagnia diS.Francesco Saverio e, quando riprese i sensi, si trovò sano e salvo sulla spiaggia.
(Da "I Santi e la Madonna" 8 - P. Stefano Maria Manelli)

Col Rosario si può tutto

S. Teresa era piccina, quando, dopo essersi confessata, porse al sacerdote la sua coroncina per farla benedire. Riferisce: "Era sera; giunta sotto un lampione mi fermai e, traendo di tasca la corona allora benedetta, la girai e rigirai per tutti i versi". Voleva guardare "com'è fatta una corona benedetta". Ingenuità, ma non priva di significato. Amava recitare il Rosario con la cugina Maria durante il passeggio, "contando però sulle dita, per non far vedere la loro devozione al pubblico spesse volte indiscreto".
Divenuta carmelitana, una luce particolare le fa comprendere le straordinarie ricchezze di questa preghiera: "Col Rosario dice si può ottenere tutto. Secondo una graziosa immagine, esso è una lunga catena che lega il cielo alla terra; una delle estremità è nelle nostre mani e l'altra in quelle della S. Vergine. Finché il Rosario sarà recitato, Dio non potrà abbandonare il mondo, perché questa preghiera è potente sul suo cuore. Essa è come il fermento che può rigenerare la terra. La dolce Regina del Cielo non può dimenticare i suoi figli che, senza interruzione, ripetono le sue lodi. Il Rosario sale come incenso ai piedi dell'Onnipotente. Maria lo rinvia subito come una benefica rugiada, che viene a rigenerare i cuori. Non c'è preghiera che sia più gradita a Dio del Rosario".
(Da "Il segreto di una Corona" - Attilio Borzi, Edizioni dell'Immacolata)



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